Milano, incredibile beffa sotto il diluvio
fuori dai playoff mentre sta vincendo
Nella sfida decisiva contro il Senago i rossoblù perdono gara uno senza attenuanti (solo 3 valide su Sheldon e 4 homer subiti da Mateo), poi nel pomeriggio ribaltano la partita nella prima metà dell'8° inning, passando da 0-4 a 7-4. Ma si scatena l'acquazzone che non fa terminare l'inning e così la partita va in archivio con il risultato della 7.a ripresa (4-0 per il Senago). Una beffa che lascia i rossoblù fuori dai playoff, ma anche in questo caso la squadra si sveglia troppo tardi, paga i soliti errori e l'inconsistenza dell'attacco. E deve rimpiangere le tante partite lasciate per strada. Adesso ci toccherà la poule salvezza

Il campo di Rho allagato dopo l'acquazzone malefico che ci è costato i playoff
Così fa male. Essere eliminati dai playoff purtroppo ci poteva anche stare, ma uscire con una beffa così atroce è veramente un brutto colpo. E invece il destino si è accanito contro il Milano che nella sfida diretta di Rho, dopo aver perso meritatamente gara uno contro il Senago, era riuscito a ribaltare gara due e a portarsi in vantaggio, salvo poi vedersi annullati i 7 punti del sorpasso realizzati nella prima metà dell’8’ inning dal nubifragio sceso su Milano e dintorni. Intorno alle 17, infatti, puntuale come il meteo svizzero, si scatena il preventivato temporale, proprio mentre il Milano chiude l’8° attacco ribaltando abbondantemente la situazione ma senza dare tempo al Senago di schierarsi in battuta per la seconda metà dell’inning. Su Rho si aprono le cateratte e dopo un’ora di diluvio il campo è ormai impraticabile: come da regolamento, quindi, è valido il risultato acquisito nell’ultimo inning completato. Ovvero il 4-0 per i padroni di casa della 7.a ripresa.
Una beffa pesantissima, perché i 7 punti messi in fila nell’8° inning finiscono nel cestino assieme alle speranze di qualificazione della squadra di Fraschetti. Succede, quando si muore di caldo sotto il sole cocente per un mese senza vedere una goccia d’acqua e poi Giove pluvio decide di rovesciarti tutto sulla testa proprio a quell’ora. Non un quarto d’ora prima, che avrebbe reso meno beffarda l’eliminazione, e soprattutto non un quarto d’ora dopo, quando magari Yamichel Perez sarebbe riuscito a portare in porto la vittoria. E la qualificazione per differenza punti, ormai nettamente a favore del Milano.
Questo, ad onor del vero, per documentare una sconfitta veramente sfortunata, senza poter aggiungere dati statistici perché il sito della Fibs, una volta stabilito che la partita era sospesa, ha pensato bene di far sparire l’intera documentazione dell’incontro, senza lasciare agli addetti ai lavori i dati necessari per commentarla. E senza nemmeno specificare qual è il risultato valido, perché ad ora nessuno ha ancora ufficialmente comunicato la vittoria del Senago e quindi la qualificazione ai playoff. Ma in questo sport da burocrati bisogna aspettare martedì, con il comunicato del giudice sportivo, per poter far sapere alla gente come è finita la prima fase del campionato. Con buona pace di chi magari cerca ancora di mettere qualche riga sui giornali e su internet.
Detto di questo epilogo beffardo, non si può comunque nascondere, o addebitare solo alla sfortuna, l’ennesima prestazione negativa di questo scorcio decisivo del campionato rossoblù. Perché anche a Rho il Milano è apparso una squadra spenta, totalmente rassegnata in mattinata davanti a Bryan Sheldon, toccato solo da tre valide, tra cui il solo homer di Andrea Pasotto (uno dei pochissimi a salvarsi in un weekend da polveri bagnate), mentre nel box il Senago tocca pesantemente sia Varalda sia il rilievo Gonzalez con 14 valide, tra cui gli incredibili 4 homer su 4 turni del catcher Wanner Mateo che infierisce equamente sui due pitcher rossoblù con un exploit che avevamo visto fare solo a Giorgio Castelli tanti anni fa a Bollate. Ma anche nel secondo incontro il Milano poco riesce a fare pure sul nuovo arrivo senaghese, il pitcher antillano Calmes, rimasto in assoluto controllo dell’attacco di Fraschetti fino al 7’. La svolta, come dicevamo, all’8’, quando Calmes ormai aveva finito la sua autonomia e una valida di Varalda (anche lui tra i pochi a salvarsi in battuta) apriva la clamorosa rimonta, vanificata dal temporale.
Insomma, le ragioni di questo deludente epilogo, vanno onestamente cercate prima dell’inning incriminato, soprattutto perché si sapeva da tempo che nel tardo pomeriggio sarebbe arrivato un rovescio e ci si doveva far trovare in vantaggio, mentre, oltre a battere ancora pochissimo, i rossoblù sono nuovamente incappati nelle solite amnesie difensive che ne hanno condizionato troppo spesso la stagione. Il primo punto senaghese, ad esempio, è arrivato in un inning con tre errori quasi consecutivi. E, più in generale, bisogna riflettere sulle tante partite lasciate incredibilmente per strada in precedenza, da Cagliari a Settimo Torinese, perché poi non ci si può ridurre a decidere una stagione al penultimo inning dell’ultima partita. Perché qualche volta va bene, qualche volta va male e qualche volta piove.







