Il XIV premio Donnabella a Raoul Pasotto
Giancarlo Folli e alla memoria di Andrea Goldstein
La consueta votazione tra gli amici del Milano quest'anno ha assegnato il premio Donnabella al nostro attuale direttore tecnico Raoul Pasotto, autentica bandiera rossoblù, terzo giocatore della nostra storia per numero di presenze (497) ma anche allenatore per 6 stagioni nei primi anni Duemila: una vita dedicata al nostro club. Il premio alla memoria è andato invece ad Andrea Goldstein, scomparso un anno fa, gigante della battuta nel Milano dei primi cinque scudetti, poi inimitabile tecnico delle giovanili rossoblù fino agli anni Novanta. Ma il Consiglio quest'anno ha anche deciso di attribuire una targa speciale a Giancarlo Folli, decano dei giocatori del Milano con i suoi 89 anni e grande lanciatore protagonista dei primi scudetti rossoblù. I premi verranno consegnati nella consueta cerimonia di fine stagione, anticipata quest'anno con un pranzo sabato 4 ottobre al Kennedy

Da sinistra Raoul Pasotto, Giancarlo Folli e Andrea Goldstein, i vincitori del XIV premio Doriano Donnabella
Appuntamento anticipato, quest’anno, per il consueto premio Doriano Donnabella di fine stagione. Come stabilito da tempo, la XIV edizione del riconoscimento dedicato al fondatore del Milano ’46 quest’anno si terrà al Kennedy, nella nostra club house, con un pranzo in programma sabato 4 ottobre. E quindi il Consiglio del Milano ha già reso noti i nomi dei vincitori di quest’anno che sono il nostro direttore tecnico Raoul Pasotto per quanto riguarda il premio effettivo e Andrea Goldstein, scomparso nel novembre dello scorso anno, per il premio alla memoria. La commissione del premio Donnabella e il Consiglio hanno poi deciso di assegnare una targa speciale anche al nostro decano Giancarlo Folli, il più anziano tra gli ex giocatori rossoblù, con i suoi 89 anni, nonché primo grande lanciatore della nostra storia.
Raoul Pasotto, che lo scorso anno si era piazzato settimo nella classifica delle preferenze, questa volta ha raccolto la maggior parte dei voti espressi dagli amici del Milano, il 24%, precedendo Ivan Cavazzano (14%), Paolo Re (13%), Giovanna Rosselli (10%), Alex Neri (7%), Dario Rossi e Teddy Silva (6%) più parecchi voti sparsi. Nel riconoscimento alla memoria Goldstein ha avuto il 23% dei voti davanti a Vittorio Mazzetti (20%), Sandro Cepparulo (16%), Leo Costa (14%), Franco Hrast (4%) e Biro Consonni (3%).
Il premio effettivo va dunque a Raoul Pasotto, un’autentica bandiera del Milano con le sue 497 presenze (terzo di tutti i tempi dopo Guerci e Allara) in 18 stagioni da giocatore, tra il 1985 e il 2005, quando aveva già assunto il ruolo di manager che svolgerà per 6 campionati (2003-08) riportando il Milano prima in serie B e poi in A2, per un totale di 197 panchine che lo pongono al quinto posto anche tra gli allenatori rossoblù all time. Non solo, ma dai primi anni Dieci del Duemila ad oggi ha continuato a dare il suo costante contributo alla società, ricoprendo il ruolo di direttore tecnico e poi anche di consigliere. Insomma, una vita dedicata al Milano in tutti i ruoli possibili, dopo aver vinto due coppe Italia e una coppa delle Coppe negli anni della grande Mediolanum. Oltre ad essere stato miglior battitore del Milano per tre campionati, nel 1987 – la sua miglior stagione in serie A – e nel 2001-02 in serie A2.
Anche Andrea Goldstein ha dedicato moltissimi anni della sua attività al Milano. Cresciuto nel vivaio dell’Ambrosiana negli anni Cinquanta, si è affermato come uno dei primi grandi bomber italiani, non solo nel Milano ma anche in Nazionale, diventando come prima base uno dei punti di forza dei primi scudetti rossoblù (5 in tutto nel suo palmares) e soprattutto del Milano degli Invincibili, campione d’Italia senza sconfitte per due anni di seguito (’61-62). Miglior battitore rossoblù nel ’59, miglior fuoricampista della serie A nel ’58, è uno dei tre soli rossoblù ad aver battuto un “cycle”, nel 1961 contro il Nettuno. Ma, una volta chiusa l’attività agonistica, Goldstein è stato ancora per tantissime stagioni, fino agli anni Novanta, un prezioso tecnico delle giovanili, ruolo in cui ha fatto crescere intere generazioni di giocatori del Milano che tuttora rivendicano di essere stati suoi allievi.
La terza targa assegnata quest’anno è un riconoscimento speciale attribuito dal Milano al decano dei giocatori rossoblù, l’89enne Giancarlo Folli. Nato il 6 aprile del 1936, Folli è uno dei simboli del primo Milano e di quello degli Invincibili: cresciuto nelle giovanili del Milano, allievo di Van Zandt (ma anche di Lou Campo in un breve passaggio dall’Ambrosiana), è il lanciatore dei primi scudetti rossoblù (4 in totale per lui) e in particolare di quello vinto nel ’60 nello spareggio contro la Roma. Miglior pitcher rossoblù per 5 stagioni di fila (’56-60) e poi ancora nel ’63-64, vanta l’incredibile record di squadra di aver lanciato per 14 inning in un solo incontro, un derby vinto 2-1 con i Leprotti nel 1960. E’ stato il miglior lanciatore della serie A nel 1958 ed è il terzo pitcher rossoblù per partite vinte (67) dietro Piazzi e Passarotto. E anche Folli, dopo aver chiuso da giocatore nell’Inter, è tornato al Milano come tecnico delle giovanili per molti anni e successivamente anche come coach nel baseball ciechi.







