Andrea Capellano, 200 volte rossoblù
"Contro il Codogno per confermarci"
L'interbase ha festeggiato domenica scorsa la 200esima presenza: "Che orgoglio questo traguardo: mi impressiona pensare che in 80 campionati ci siamo riusciti solo in 34... Un premio per la mia scelta di continuare a giocare qui. Il mio pregio? Forse la regolarità nel rendimento: non sono uno da gran di exploit ma cerco di dare un contributo in ogni partita. E 200 valide in 200 presenze lo possono confermare. Quest'anno siamo più consapevoli dei nostri mezzi. Il Codogno resta il grande favorito ma quando gioco contro le squadre di livello mi diverto di più: domani due sfide importanti, ma non ancora decisive"

Vigilia di Milano-Codogno, sfida al vertice del girone B, un doppio incontro che potrebbe già essere decisivo per le sorti della prima fase, ma che potrebbe anche lasciare le cose come stanno. Di certo i lodigiani non sono più quelli frastornati della prima giornata, in cui subirono addirittura una manifesta dal Milano, ma anzi verranno al Kennedy con la voglia di prendersi una rivincita, trascinati dall’ex Garavito come sempre pericoloso sia sul monte che nel box.
E per introdurre la doppia sfida di domani ci affidiamo a un protagonista dell’ultima giornata come Andrea Capellano che contro il Cagliari ha festeggiato la sua 200esima partita in rossoblù. Un Capellano che si sta affermando sempre più come giocatore di grande utilità, senza picchi eccezionali ma con un rendimento costante che ne fanno uno degli insostituibili della formazione di Marco Fraschetti, un punto fermo al centro del diamante, visto che il tecnico ama ruotare quasi tutti i suoi giocatori, tranne lui.
Duecento partite festeggiate con una bella doppietta: sapevi di essere arrivato a questo traguardo?
“Sinceramente sapevo di essere vicino alle 200 presenze, ma non ci pensavo. Però prima di iniziare la gara del mattino è venuto da me Luca Fraschetti e mi ha stretto la mano. Io non capivo, ma poi me l’ha preannunciato lui facendomi i complimenti”.
Che significato hanno per te queste 200 partite in rossoblù?
“Un senso di orgoglio. Ma la cosa che più mi ha colpito è che ho letto che siamo in 34 in ottant’anni di storia del Milano ad aver giocato 200 partite. E io tutto sommato ci sono riuscito in poco tempo, perché se è vero che oggi si gioca meno che in passato, devo dire che ci sono arrivato comunque in pochi anni, dal 2018 ad oggi. Quindi si tratta di un traguardo che significa una certa crescita personale e soprattutto che premia la scelta fatta ogni anno di restare a giocare qui”.
Il fatto di essere uno dei 34 fedelissimi ti fa sentire parte della storia del Milano?
“In senso assoluto direi di no, perché tra questi ci sono giocatori che hanno fatto veramente la storia. E poi forse io ho giocato tanto anche perché il livello generale si è abbassato e una volta forse era più difficile restare a lungo in squadra. Però per quella che è la storia recente del Milano sì, posso dire di sentirmi pienamente parte di questa storia, Soprattutto perché ho potuto giocare sempre nel mio ruolo”.
Già e qualche anno fa, da interbase, hai addirittura battuto il record elle partite consecutive giocate nello stesso ruolo nel Milano: addirittura 78, superando abbondantemente il primato precedente di Brusati (61). Scrivendo così un altro piccolo pezzo di storia rossoblù…
“Sì e non so quale dei due traguardi mi riempie più di orgoglio. La cosa migliore, forse, è unirli, pensando di aver giocato e tanto e la maggior parte di queste partite addirittura consecutivamente. Due cose che mi fanno molto piacere. E che penso siano importanti per questa squadra, per il mio rapporto con l’allenatore, con i compagni, con i giovani a cui dobbiamo trasmettere il senso di appartenenza”.
Duecento partite che curiosamente sono coincise con la 200esima valida…
“Sì, un altro traguardo che non è banale. E che può significare una continuità di rendimento. Poi, è chiaro, 200 valide dipendono anche dal posto nel line up, dai turni alla battuta, però è un altro numero che conta”.
Quale può essere il tuo miglior pregio come giocatore?
“Negli ultimi tre anni direi la costanza di rendimento. Molti magari fanno degli exploit e poi hanno dei cali di forma. Io credo di essere abbastanza lineare, di dare il mio contributo in tutte le partite. Non sono uno che fa il botto, da me non potete aspettarvi il fuoricampo o la battuta lunga che risolve la partita, ma ci si può aspettare la valida nei momenti che contano”.
E tu invece cosa ti aspetti da questo campionato?
“Siamo partiti bene e lotteremo per entrare nelle prime due del girone, ma mancano ancora tante partite importanti, comprese le due di domani con il Codogno. E contro le squadre di livello, come loro, le partite diventano anche più divertenti. All’andata abbiamo giocato una buona partita, adesso vogliamo confermarci”.
Che cosa avete in più rispetto all’anno scorso?
“Direi la consapevolezza. Anche lo scorso campionato è stato ottimo e sotto certi aspetti inatteso, ma in questa stagione abbiamo in più la consapevolezza di poter vincere contro chiunque”.
Chi è il rivale che temete di più?
“Posto che la prima candidata ai playoff resta il Codogno, una squadra che sta dimostrando da anni la propria forza, un bel mix di italiani e stranieri, dovremo tenere d’occhio il Senago che può puntare su uno Sheldon in splendida forma, che abbiamo pagato sulla nostra pelle. E’ una squadra che ha tutte le qualità per vincere e non va sottovalutata”.
Torniamo ai 34 fedelissimi rossoblù: quali sono quelli che conosci meglio?
“Beh ovviamente quelli che giocano attualmente. A partire da Andrea Lo Monaco che è il compagno con cui trascorro più tempo, visto che veniamo sempre al Kennedy assieme attraversando la città. E poi Luca Fraschetti, che ha almeno due-tre anni meno di me e ha già raggiunto questo traguardo: impressionante”.
Chi è il leader di questo Milano?
“Non è facile individuarlo. Forse perché siamo quasi tutti coetanei. Diciamo che ci sono diversi piccoli leader perché in una squadra come la nostra ognuno sa che deve dare più di quello che ha. E forse il nostro punto di forze è proprio questa responsabilità condivisa. Nel senso che non c’è qualcuno che deve risolvere i problemi per tutti”.
Nemmeno gli stranieri? A proposito, com’è Yamichel Perez?
“Un pitcher diverso da Cueto, che avevamo lo scorso anno. Difficile dire se in meglio o in peggio. Forze Yamichel è più funzionale alle nostre necessità, perché ha più lanci nel braccio e quando serve può completare la partita. Ma Cueto su 5-6 inning è fenomenale e lo ha dimostrato anche contro di noi ad Avigliana: con lui è molto difficile battere”.
Cosa vi ha chiesto Marco Fraschetti per questa sfida con il Codogno?
“Ce lo dirà nel meeting prima della partita. Ma quest’anno ci ha fatto capire che contano tutte le partite, non ce n’è una più importante delle altre. Dobbiamo stare concentrati, sempre”.
Quale rimpiangi di più delle partite perse?
“Tutte, perché avremmo potuto vincerle tutte. E una in particolare dovevamo proprio portarla a casa, e tutti sanno qual è… Però nessuna è stata persa perché un lanciatore non ci ha fatto vedere la palla o perché un attacco di ha dominato, nessuno ci ha distrutto. Abbiamo capito che possiamo anche perdere una partita, ma mai essere dominati”.
Torniamo alle tue 200 partite: ce n’è una indimenticabile?
“Più di una e quasi tutte lo scorso anno. Su tutte direi il weekend di Torino quando ho battuto 5 su 5 nel primo incontro e 1 su 3 nel secondo. E poi direi quelle in cui ho giocato contro mio fratello nel Poviglio”.
A proposito di Luca, non hai mai pensato di riportarlo a Milano?
“No, perché sapevo che quest’anno si sarebbe concesso proprio un anno senza baseball. E’ appena rientrato dagli Stati Uniti qualche giorno fa e si è subito rituffato negli studi universitari. E senza una seria preparazione di qualche mese è impossibile riprendere a giocare. Sarebbe persino pericoloso”.
Magari ne riparliamo il prossimo anno.
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Infine due note statistiche sul doppio confronto di domani al Kennedy con il Codogno. I lodigiani sono l'avversario del nostro girone che abbiamo affrontato più volte: ben 55 precedenti con 25 successi milanesi e 30 biancazzurri. L'ultimo precedente è la gara di andata a Codogno vinta dai rossoblù per manifesta 12-0 (il secondo incontro verrà recuperato il 28 giugno), mentre nell'unico confronto dello scorso anno, giocato proprio a Milano, il Codogno si è imposto 2 volte. La squadra di Fraschetti non batte il Codogno in casa dal 2022 in serie B (6-5 al 10', vincente Morillo) e la squadra di Nani è in vantaggio 14-12 anche nei confronti complessivi a Milano. La prima sfida tra le due squadre è del 1977 in serie A2 e a Milano finì con due vittorie rossoblù firmate sul monte da Braga e Paganelli.







